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CUCINA, il piatto della settimana : sartù di riso

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Il Sartù di riso è un piatto unico ricco e succulento tipico della cucina napoletana: un Timballo di riso condito con ragù alla napoletana, ripieno di polpettine, uova sode, piselli, fior di latte; assemblato in teglia e infine cotto  al forno!

La sua storia è molto antica e risale ai tempi del 1700, quando i cuochi francesi la inventarono per soddisfare i gusti dei nobili napoletani presso cui lavoravano; in effetti all’epoca il riso era considerato un alimento per poveri e servirlo ad un banchetto nobiliare fu un vero e proprio azzardo.

Il timballo dal ripieno abbondante e appetitoso riscosse subito successo  e prese il nome di “sour tout” dal francese: “mantello in grado di coprire tutto” , ovvero piatto per soddisfare tutti i palati! Che con il tempo e le inflessioni dialettali ha preso il nome di Sartù!

La preparazione esiste in diverse versioni, la classica è il sartù di riso in bianco senza pomodoro. Come tradizione napoletana comanda, si prepara con ragù di carne e aggiunta di salsiccia sbriciolata nel ripieno. Parliamo di un piatto facile da fare seppure laborioso. Vi servirà solo qualche ora a disposizione per preparare tutti i vari ingredienti e assemblare poi il timballo.

Il ragù cuoce lentamente e si può preparare anche il giorno prima; così come la salsiccia, la polpettine, le uova sode e i pisellini. Una volta pronto il sugo corposo, si fa cuocere il riso, finché non assorbe tutta la salsa. Quando sono pronti tutti gli ingredienti si assembla Sartù di riso strato dopo strato!

Perfetto come piatto delle feste il sartù di riso è ottimo da servire come primo piatto della domenica, occasioni speciali, ricorrenze come Pasqua ! Il bello di questo timballo è che è buonissimo anche il giorno dopo, freddo, per gite e scampagnate!

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Vietri sul Mare. Al via Borgo Di Vino in Tour, una tre giorni dedicata al vino e al turismo esperenziale ed enogastronomico

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A Vietri sul Mare al via venerdì 2 settembre l’ottava tappa di BorgoDiVino in Tour, la manifestazione enologica organizzata dalla tourist marketing company Valica e promossa dall’associazione “I Borghi più belli d’Italia”. Una tre giorni all’insegna del buon bere italiano, delle degustazioni di prodotti locali e della scoperta delle eccellenze del territorio. Dal 2 al 4 Settembre, dalle ore 18 alle ore 24, all’interno della Villa comunale di Vietri sul Mare, con un panorama mozzafiato, si potranno degustare i vini prodotti da 100 etichette di 30 cantine partecipanti alla kermesse, alle quali si aggiungono i vini prodotti in Campania e in Costiera amalfitana (tra cui Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Taurasi, Agianico del Taburno): con l’acquisto del voucher si ha diritto a 8 degustazioni a scelta; venti pannelli espositivi accompagneranno i visitatori in un percorso formativo sul mondo del vino. Ogni buon vino va accompagnato da prodotti dell’eccellenza gastronomica: in Villa grazie a Confagricoltura si potranno acquistare le specialità del borgo, da primi piatti a verdure di stagione, a crostini con salumi e formaggi.

Ospiti della manifestazione Giuseppe Calabrese, meglio conosciuto come Peppone, inviato Linea Verde Rai Uno; Laura Placenti, giornalista inviata Agorà estate – Rai Tre; Carlo Verna, conduttore Rai Tre. Domenica 4 settembre alle 19,30 nel Borgo di Albori una degustazione guidata di abbinamento vino/cibo – con le famose bruschette di Albori – con un sommelier esperto che spiegherà i migliori abbinamenti partendo da una selezione dei vini di Marisa Cuomo e Le Vigne di Raito. “BorgoDiVino in Tour contribuisce ad una nuova visione del turismo, che punta ad una visita del territorio lenta all’insegna del gusto, del piacere e del buon vivere, lontano dalla vita frenetica quotidiana, che offre attività esperenziali uniche nel nostro angolo di Paradiso. I nostri vigneti che si snodano lungo ripidi pendii su terrazzamenti di muri a secco, dove il lavoro agricolo è arduo e sofferto, danno vita a quella che a piena ragione viene definita una viticoltura eroica”, ha affermato il sindaco di Vietri sul Mare, Giovanni De Simone. Alfonso Giannella, membro del direttivo nazionale “I Borghi più belli d’Italia”: “E’ un evento particolare per Vietri sul Mare e l’abbinamento enogastronomico dà ulteriore impulso alla nosrea stagione turistica già di per sé eccellente: oltre al turismo legato al mare avremo anche quello enogastronomico, ringrazio chi ha creduto in Vietri come sito per poter svolgere al meglio questa iniziativa.

Ci sarà l’opportunità nei prossimi anni di continuare l’evento e, in più, nell’ambito di questo progetto legato al vino sono riuscito ad inserire la nostra cittadina negli itinerari europei turistici enologici Iter Vitis, un percorso ideato dall’Unione europa per le aziende vinicole che potranno usare una cartellonistica da mettere su tutto il territorio, mi attiverò da subito al termine di questa manifestazione: così chi arriverà a Vietri saprà anche che ci sono percorsi enologici da fare”. Così Fiorello Primi, presidente dell’Associazione I Borghi più belli d’Italia “BorgoDiVino è una delle manifestazioni nazionali più importanti che l’associazione, grazie all’apporto organizzativo di Valica promuove, per rilanciare il turismo enogastronomico, settore importante per la ripresa post-covid. Le produzioni agricole, quella del vino soprattutto, rappresentano un elemento fondamentale per la tutela del paesaggio e dell’ambiente”.

Una voce alla quale ha fatto eco Luca Cotichini, marketing manager di Valica: “BorgoDiVino è un evento nazionale itinerante capace di fondere al meglio il turismo con l’esperienza enogastronomica, di fare incontrare produttori appassionati in contesti favolosi ed unici, come i Borghi più belli d’Italia. Obiettivo del tour è la promozione turistica ed enogastronomica”.

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Quanto costava mangiare una pizza a Napoli negli anni ‘9o

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Un salto indietro nel tempo, nella Napoli degli anni Novanta (oppure Ottanta), grazie al listino prezzi di una pizzeria pubblicato dalla pagina Facebook Nostalgia 90. La pizza più economica, la Marinara, costava 2000 lire, una Margherita invece 2500 lire. Per l’altra “classica”, la salsiccia e friarielli, si doveva pagare 4500 lire.

Il pezzo più economico in assoluto era la pasta cresciuta, ossia la zeppolina, che si pagava 150 lire; con 50 lire in più si poteva comprare lo scagliuozzo, il triangolino di polenta fritto. Da notare la differenza di prezzo tra acqua naturale e frizzante: la prima 1200 lire, la seconda 1800.

Si tratta davvero di un listino prezzi degli anni Novanta? A guardare le cifre, probabilmente è più plausibile che si tratti di un prezzario degli anni Ottanta, a meno che non si riferisse ad una pizzeria particolarmente popolare di provincia dei primi anni ’90. È proprio questo l’orientamento degli utenti che hanno commentato. Una donna scrive: “Da me una pizza Margherita negli anni ’90 costava 5000/6000 lire”; un uomo invece afferma che “Negli anni 90 direi di no. Io mi ricordo Margherita con coca e coperto circa 10000lire”. Un ragazzo invece dice: “Io vivo in provincia di Napoli, la Margherita costava 2.500 lire, ancora a fine anni ’90”.

Da allora sono quindi passati trenta, se non addirittura quaranta anni. Con l’inflazione è normale vedere un aumento dei prezzi, tuttavia è evidente come rispetto a quegli anni sia notevolmente diminuito il potere di acquisto delle famiglie. Una serata in pizzeria pesa maggiormente sul bilancio familiare rispetto ad uno stipendio medio.

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‘A figlia d’o Marenaro chiude per restyling

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A Figlia d”o Marenaro chiude, ma solo temporaneamente. Il famoso ed amato ristorante di via Foria ha chiuso le porte al pubblico ieri, 17 gennaio, e le riaprirà il 9 febbraio per effettuare alcuni lavori di ammodernamento. A dare l’annuncio è la titolare Assunta Pacifico, la quale spiega anche i motivi della ristrutturazione:

“Amici già mi mancate, non vedo l’ora che arrivi il 9 febbraio per rivedervi al ristorante. Vi ricordo che restiamo chiusi fino al 9 febbraio per ristrutturare alcuni locali del ristorante, come bagni e lavastoviglie. Ospitiamo migliaia di persone al giorno e i lavori, almeno con cadenza annuale, sono necessari, per offrire ai nostri clienti sempre il meglio! Inoltre, abbiamo approfittato di questo periodo di ristrutturazione per concedere le ferie ai nostri dipendenti, come è normale che sia, e concederci qualche giorno da trascorrere in famiglia. Un saluto, Assunta”.

Una pausa, quindi, dopo un periodo come quello natalizio caratterizzato da visite di molto aumentate da parte dei clienti, sia napoletani che turisti. ‘A Figlia d”o Marenaro è infatti uno dei punti di riferimento, a Napoli, per quanto riguarda la cucina di mare. Particolarmente apprezzata è la zuppa di cozze, che va a ruba il giovedì santo ma che è richiestissima in ogni periodo dell’anno.

Monica Cartia

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